Di seguito un comunicato diffuso dal consigliere regionale Gianmarco Surico:
In una regione come la Puglia che ha un dato occupazionale preoccupante e che assiste ad una crescita esponenziale della povertà anche tra i ceti medi, più che in altre regioni italiane, il governo regionale si permette il lusso di continuare a bruciare centinaia di milioni di euro di provenienza europea per la formazione dei nostri giovani senza che vi sia un efficace risultato di ritorno, sia per la vita lavorativa di questi giovani che per il tessuto produttivo locale.
Invece che perseverare nell’errore con Bollenti Spiriti e Ritorno al Futuro, continuando a sbandierare come positivi dati che invece registrano benefici pressoché inesistenti o quantomeno discutibili e incoerenti con gli obiettivi delle borse di studio, il governo Vendola dovrebbe rivedere i meccanismi di fondo della formazione anche d’eccellenza, integrando nelle scelte il tessuto produttivo pugliese alle cui esigenze dovrebbero essere legati, coerentemente con le aspettative di lavoro concrete, i master.
Se è vero che, come afferma il governo regionale, quasi il 60% degli studenti trova occupazione ad un anno dalla fine del master, occorre precisare che più della metà è costretta ad andarsene dalla Puglia, molto meno della metà riesce a guadagnare scarsi mille euro al mese – gli altri si attestano addirittura sui 450 – e sempre molto meno della metà dei beneficiari delle borse di studio dichiarano di svolgere un’attività coerente con la formazione svolta e pagata anche profusamente grazie ai fondi europei elargiti dalla Regione.
Risultato: al nostro territorio di tutto questo sforzo per formare nuova e competente classe dirigente, non resta assolutamente nulla. Agli studenti un pugno di mosche in una mano e nell’altra una valigia per andarsene. Alle imprese l’ennesima occasione perduta per incidere nei processi di sviluppo, crescere e far crescere.
Che aspetta il governo Vendola a prendere atto, a verificare seriamente e a cambiare passo? C’è un limite alla propaganda. Non basta spendere i fondi europei, occorre spenderli bene .