La selezione del personale volontario in ferma prefissata della Marina militare, tenuta sino ad ora a Maricentro, sarà spostata ad Ancona. I programmi organizzativi della Marina Militare Italiana è ormai certo che taglieranno Taranto, nonostante la storica consuetudine militare della città.
La notizia del ridimensionamento degli insediamenti militari presenti sul territorio era circolata già due anni fa, suscitando allarme tra gli operatori commerciali di via Cesare Battisti e del quartiere che si erano attivati con una raccolta di firme e varie altre iniziative di sensibilizzazione delle forze politiche e dell’opinione pubblica.
Successivamente veniva accolta con grande soddisfazione la notizia dello ‘stop’ ai progetti annunciati. L’ipotesi di trasferimento veniva infatti sospesa perché
-affermava il sottosegretario alla Difesa, G. Cossiga, nel corso di una visita a Taranto, del dicembre 2010- era stata valutata la negatività dell’impatto che un intervento del genere avrebbe comportato per il tessuto economico locale, già allora in crisi.
E’ invece probabile, alla luce dei fatti, che altre motivazioni possano aver indotto al i vertici militari a sospendere i programmi della Difesa, e che si sia voluto far passare tale decisione per un atto di responsabilità verso le attese della città.
Le peggiorate condizioni economiche del territorio, determinate dalla crisi dell’Ilva, ed i riflessi sulle attività del commercio (1019 cessazioni su 744 aperture al 4° trimestre del 2012) non possono aver infatti indotto a ritenere che si fossero realizzate, dopo due anni, le condizioni per attuare il progetto di trasferimento senza traumatizzare ulteriormente l’economia locale.
<<Auspichiamo –afferma L. Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio- da parte dei vertici della Marina Militare un atteggiamento di responsabile attenzione per Taranto; una città che per decenni ha ospitato gli insediamenti militari, sacrificando ad essi i migliori affacci costieri della città, ampi specchi di mare e sin’anche le sue produzioni di mitili in Mar Piccolo. Tanto più che l’Ente militare già da tempo ha dirottato altrove le forniture militari di prodotti e servizi, preferendo alle ditte locali – tramite la procedura Consip- i grandi gruppi nazionali. Pertanto è venuto meno il vantaggio economico rappresentato dagli approvvigionamenti, soprattutto nel settore alimentare, che costituivano una fonte di introito importante per varie imprese del settore alimentare del territorio. Una decisione motivata dalla spending review dello Stato, anche se in realtà le condizioni di prezzo praticate dai fornitori del Nord sono meno convenienti, soprattutto per il prodotto fresco (frutta e verdura).La condizione di particolare criticità che sta investendo l’economia del territorio provinciale richiede uno sforzo congiunto da parte dei vertici dello Stato, Marina Militare compresa. Comprendiamo che la scure dei tagli si è abbattuta anche sulle spese per la difesa e che le difficoltà economiche del momento impongono un contenimento dei costi, ma non si può cancellare con un colpo di spugna il ruolo rivestito da Taranto; dopotutto la Marina Militare non è una grande industria privata e non può agire non tenendo conto del peso sociale ed economico delle sue decisioni.>>