foto da www.paologarrisi.com

 

La selezione del personale volontario in ferma prefissata della Marina militare, tenuta sino ad ora a Maricentro, sarà spostata ad Ancona. I programmi organizzativi della Marina Militare Italiana è ormai certo che  taglieranno Taranto, nonostante la storica  consuetudine militare della città.

La notizia del ridimensionamento degli insediamenti militari presenti sul territorio era circolata già due anni  fa, suscitando allarme tra gli operatori commerciali di via Cesare Battisti e del quartiere che si erano attivati con una raccolta di firme e varie altre iniziative  di sensibilizzazione delle forze politiche e dell’opinione pubblica.

Successivamente veniva  accolta con grande soddisfazione la notizia dello ‘stop’ ai progetti annunciati.  L’ipotesi di trasferimento veniva infatti  sospesa perché

-affermava  il sottosegretario alla Difesa, G. Cossiga, nel corso di una visita a Taranto, del dicembre 2010-  era stata valutata la negatività dell’impatto che un intervento del genere avrebbe comportato per il tessuto economico locale, già allora in crisi.

E’ invece  probabile, alla luce dei fatti, che altre motivazioni  possano aver indotto al i vertici militari a sospendere i programmi della Difesa, e che si sia voluto far passare tale decisione per un atto di responsabilità  verso le attese  della  città.

Le peggiorate  condizioni economiche del territorio, determinate dalla crisi dell’Ilva,  ed i riflessi sulle attività del commercio (1019 cessazioni su 744 aperture al 4° trimestre del 2012)  non possono aver infatti indotto a ritenere che si fossero realizzate, dopo due anni,  le condizioni per attuare   il progetto di trasferimento senza traumatizzare ulteriormente l’economia locale.

<<Auspichiamo  –afferma L. Giangrande,  presidente provinciale di Confcommercio-   da parte dei vertici della Marina Militare un atteggiamento di responsabile attenzione per  Taranto;  una città che  per decenni ha ospitato gli insediamenti militari, sacrificando ad essi i migliori affacci costieri della città, ampi specchi di mare e sin’anche le sue produzioni di mitili in Mar Piccolo. Tanto più che l’Ente militare già da tempo ha dirottato altrove le forniture militari di prodotti e servizi, preferendo alle ditte locali – tramite la procedura Consip- i grandi gruppi nazionali. Pertanto è venuto meno il  vantaggio economico rappresentato dagli approvvigionamenti, soprattutto nel settore alimentare, che costituivano una fonte di introito importante per varie imprese del settore alimentare del territorio. Una decisione   motivata dalla spending review dello Stato,  anche se in realtà  le condizioni di prezzo praticate dai fornitori del Nord sono meno convenienti, soprattutto per il prodotto fresco (frutta e verdura).La condizione di particolare criticità che sta investendo l’economia del  territorio provinciale richiede uno sforzo congiunto da parte dei vertici dello Stato, Marina Militare compresa. Comprendiamo  che la scure dei tagli si è abbattuta  anche sulle spese per la difesa e  che le difficoltà economiche del momento  impongono un  contenimento dei costi, ma non si può cancellare con un colpo di spugna il ruolo rivestito da Taranto; dopotutto la   Marina Militare non è una grande industria privata  e non può agire non tenendo  conto del peso sociale ed economico delle sue decisioni.>>

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