E’ arrivato pochi minuti fa un comunicato stampa dell’amministrazione comunale con il quale la colpa dei tempi ristretti con cui i cittadini dovranno pagare la maggiorazione della Tares entro lunedì 16 dicembre, quindi in tempi ristrettissimi, è addossata completamente al governo centrale. “Polemica strumentale”, la definiscono da Palazzo Ducale. Prima di riportare integralmente la nota, non per “pigrizia” o per mancanza di spirito di iniziativa da parte nostra, ci poniamo una domanda, che rigiriamo al sindaco o a chi per lui. Si legge che non ci saranno sanzioni per chi pagherà in ritardo, ma che “saranno applicate le disposizioni previste nel regolamento, tra cui il cosiddetto ravvedimento operoso che dà la possibilità di pagare quanto dovuto con uno 0,2% in più giornaliero, entro il 14esimo giorno dalla scadenza”. Bè, lo 0,2 % in più al giorno non è poca cosa, soprattutto con i tempi che corrono. Tra l’altro, ci sono numerosi cittadini, tra cui anche chi scrive, ma questo lo dice solo per testimonianza, e non perchè “parte lesa”, che ad oggi NON hanno ancora ricevuto il bollettino con la cifra da pagare per questa maggiorazione. Considerando che, dovesse arrivare anche domani mattina, che è sabato, e tenendo conto che le banche sono chiuse (si paga con il modello F24), lunedì questi cittadini dovrebbero perdere una giornata di lavoro per non incorrere nel “ravvedimento operoso” (a patto che abbiano disponibilità sul conto o danaro “cache”). Ravvedimento di che, se non sono messi in grado di pagare dallo stesso riscossore? Bontà loro, hanno fatto slittare l’ultima rata a febbraio… Poco importa che sia lo Stato o il Comune, perchè il primo fronte con cui il cittadino si confronta è la pubblica amministrazione. Detto questo, riportiamo il testo integrale del comunicato stampa, lasciando al lettore la facoltà di farsi la propria opinione. Noi, la nostra, l’abbiamo espressa.

Matteo Gentile

 

“Una polemica strumentale per nascondere ai cittadini la responsabilità di chi, per togliere l’IMU sulla prima casa, ha tagliato i trasferimenti ai Comuni costringendo gli stessi ad aumentare la tassa sui rifiuti

La circolare del 6 settembre 2013 del Ministero delle Finanze sanciva il pagamento della maggiorazione della TARES a favore dello Stato (0.30 euro per metro quadro). Sarebbe stato poco prudente rendere subito operativa tale indicazione considerato che ciò avveniva mentre era ancora in discussione in Parlamento il Decreto Legge102 che ha introdotto, tra le altre cose, numerose novità proprio in materia di Tares. L’invio dei bollettini per il pagamento della maggiorazione è stata un’imposizione del Ministero chiarita definitivamente solo il 2 dicembre.

Il Governo aveva obbligato di passare, nel 2013, dall’imposta TARSU alla tariffa TARES,  calcolata sul principio “chi più inquina, paga”: più rifiuti si producono, ossia più elevato è il numero dei componenti del nucleo familiare, più alta è la tassa, sconfessando, così, il criterio della Tarsu basato esclusivamente sui metri quadri della abitazione. Criterio questo che rimane nella Tares solo nella parte fissa.

A Martina con il regime Tarsu la copertura dei costi del servizio rifiuti era per l’85% a carico dei cittadini e per il restante 15% a carico del Comune; con il regime Tares, invece, la copertura dei costi è totalmente a carico dei cittadini in quanto il Governo ha tagliato i trasferimenti ai Comuni per importi corrispondenti.

A fine ottobre il Governo comunica che è possibile ritornare al regime TARSU. Il Comune di Martina Franca, se avesse voluto lasciare l’imposta inalterata, avrebbe dovuto, comunque aumentare la Tarsu o l’IMU per un valore pari al differenziale Tares – Tarsu pari complessivamente a un milione e duecento mila euro.  E’ sembrato, invece, più opportuno lasciare invariate le aliquote IMU e, a differenza di altri Comuni che hanno portato l’aliquota al massimo, il Comune di Martina ha confermato le aliquote 2012.

Con lo slittamento dei Bilanci di previsione al 30 novembre viene data agli Enti locali anche la possibilità di modificare i regolamenti approvati; inserire, ad esempio, riduzioni, agevolazioni ed esenzioni sempre entro il 30 novembre a soli 15 giorni di distanza dalla scadenza del 16 dicembre.

Si potevano mandare bollettini ai contribuenti senza avere chiarezza di quelle che sarebbero state le decisioni assunte? A questo proposito, si ricorda che il Disegno di Legge 102 è stato convertito solo a fine ottobre, e il nostro Comune ha modificato il Regolamento, introducendo riduzioni ed esenzioni a fine novembre, agevolando le fasce più deboli: per i redditi da  0 a 3 mila euro è prevista l’esenzione totale della TARES; per i redditi dai 3 ai 6 mila euro il pagamento del 50% della tassa.

Inoltre, il DL 35, dava la possibilità agli Enti locali di definire in piena autonomia la scadenza delle rate, e lo stesso Ministero delle Finanze dava l’opzione ai Comuni di far slittare il conguaglio al 2014. L’ennesima circolare del 2 dicembre ha ribadito che, al di là delle scelte dei Comuni, la maggiorazione, che finirà interamente nelle casse dello Statova pagata entro il 16 dicembre.

Per chi pagherà in ritardo non ci saranno sanzioni; saranno applicate le disposizioni previste nel regolamento, tra cui il cosiddetto ravvedimento operoso che dà la possibilità di pagare quanto dovuto con uno 0,2% in più giornaliero, entro il 14esimo giorno dalla scadenza. Per non gravare ulteriormente sui cittadini nei pagamenti di dicembre, il Comune di Martina Franca ha deciso di lasciare il conguaglio dell’ultima rata della Tares a febbraio.

L’Amministrazione si è mossa in tempi strettissimi con una normativa schizofrenica e priva di chiarezza. La legislazione è stata quest’anno a dir poco convulsa, confusa e tutta da interpretare. Basti pensare che tra Tares e Imu si è  assistito a quasi 50 modifiche. E non è un caso che Sindaci, sindacati e perfino l’ordine professionale dei commercialisti sono in agitazione perché gestire la fiscalità locale in questo anno è stato davvero difficile. Si è agito con la massima chiarezza e trasparenza possibile pur in un quadro così caotico. Non sono state aumentate le imposte, non si è  aumentata l’IMU, né tanto meno i cittadini di Martina andranno a pagare la mini Imu entro il 16 gennaio, come sta accadendo in altre realtà. Positiva, quindi, si è dimostrata la scelta fatta lo scorso anno di non aumentare l’IMU sulla prima casa”.

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