Ve lo immaginate così, come nella foto in apertura di questo articolo, il centro servizi di piazza D’Angiò? C’è chi ne ha fatto uno studio, anzi una tesi di laurea. Un martinese, Giovanni Cannarile, ventottenne, che per la laurea in architettura a Firenze, tre mesi fa, si è presentato con una tesi su “Nuovi assetti per la città: ex-Foro Boario a Martina Franca”.
Ha studiato, e ancora studiato; ha scritto, ha fotografato, ha elaborato ipotesi. Il Comune di Martina Franca ha recentemente messo mani al centro servizi, che qualcuno forse ingenerosamente, dopo il restyling, ha anche defininto “Guantanamo” ma con tutta quella recinzione, il parallelismo non sembra poi così fantascientifico.
Il giovane professionista martinese ha pensato questo: fare del centro servizi, uno spazio polifunzionale, magari scomponendolo attraverso la realizzazione di gallerie. Pensilina davanti, vetro colorato sulle facciate, possibilità di realizzare all’interno, fra i tanti spazi, anche una mediateca. E sul retro, piuttosto degradato attualmente in quanto è un doppio retro (del centro servizi e dello stadio) fare uno spazio di carattere sportivo; una palestra, con affaccio proprio sullo stadio (una nuova curva, per esempio?).
Si obietterà: ma lo stadio rimane ancora lì? Il progettista dice che si potrebbe anche optare per altre scelte e ha preso spunto da quanto accaduto a Londra, per il glorioso stadio Highbury, quello dell’Arsenal, il “catino” come viene chiamato dai tifosi dei gunners. Fatto il nuovo stadio, Highbury è divenuto uno spazio verde, pubblico, molto bello.
La tesi di Cannarile è molto bene organizzata, chissà che dalle parti del palazzo ducale qualcuno non si accorga del lavoro svolto da un nostro giovane concittadino e lo contatti, almeno per farsi spiegare di cosa si tratta. Del resto, attualmente non si sa bene neanche cosa farne, di quell’immobile.
Infine: fra le immagini che Giovanni Cannarile ci ha fornito, ce n’è una dall’alto, della zona di piazza D’Angiò-stadio Tursi, come verrebbe recuperata con un paio di rondò anche per razionalizzare la viabilità: si noti quanta edilizia è stata realizzata, roba da quartiere di una metropoli, non di un paesone di cinquantamila abitanti.
In coda all’articolo, l’immagine di come sarebbe, secondo lo studio di Giovanni Cannarile, lo stadio “Tursi” eventualmente smantellato.
Per l’ennesima volta sostengo che indire concorsi di idee o di progettazione sia ciò che si dovrebbe cercare di fare per migliorare le sorti di un paese come Martina.
Quando si capirà in questo paese l’importanza della seria progettazione urbana ed architettonica.
Ma del resto con un assessore all’urbanistica dottore in scienze politiche e uno ai lavori pubblici senza titolo……
magari farlo così bello ….ma a martina è utopia
signori,proporre idee e soluzioni va benissimo,proponete anche come farle queste opere.vi immaginate se diciamo alla gente,aumentiamo ancora l’imu ed altrte tasse,perche’ dobbiamo fare delle opere fantastiche,geniali,suggeritoci da quello che vediamo in giro per il mondo!vogliamo paragonarci,in termini economici,ai paesi ricchi?bene,troviamo i soldi e facciamo martina piu’ bella e funzionale di quella che e’,ripeto proponiamo all’amministrazioni comunale di aumentare le tasse e saremo tutti felici e contenti,tranne quella gente anche di martina,che non sa come tirare la carretta perché gli manca la paglia per il ciuccio.
Grazie per il suo intervento. Che è opportuno, perché estremamente realistico. Ricordo però a me stesso prima che a lei e agli altri lettori, che soldi pubblici, non pochi, milioni di euro, sono stati spesi anche per costruire quell’autentico schifo che è il centro servizi, e se non fosse stato per un po’di colore avremmo avuto una cosa allucinante, come io, lei e tutti i concittadini sappiamo bene. Soldi pubblici. Nostri. Tanti. Per fare quella robaccia. Non stronchiamo sul nascere qualche idea, se c’è, con la motivazione del denaro pubblico. Perché, proprio nel caso del centro servizi, è l’ultimo argomento di cui si può parlare, e anzi se si riuscisse a far pagare qualcosa a chi è stato responsabile delle brutture, dei ritardi, dei disagi, sarebbe bene. Ma purtroppo temo non sia possibile. (agostino quero)
solo x ricordare a Lima che l’imu x il momento è sospesa e puo darsi che la tolgono ,quindi il rischio che lei pensa nn c’è
e cmq le tasse nn c’è bisogno di fornire qualche idea x farle aumentare a martina….aumentano cmq da sole
…si ma che la mancanza di soldi non diventi un alibi….
Non voglio parlare di quello che si poteva fare con i fondi europei 2007-2013, di cui nessuno ha approfittato, ma spero che non ci faremo cogliere impreparati per quelli 2014-2021…
E’ l’unica occasione per far veramente qualcosa.
Smettiamola di guardare dall’alto verso il basso, snobbando i paesi limitrofi e cerchiamo di trarre insegnamenti da quelli che hanno cambiato i volti di interi paesi grazie a questi soldi pubblici.
Gentile architetto, lei è proprio sicuro che la sua categoria non abbia nulla da farsi perdonare per le brutture realizzate a martina negli ultimi 50 anni? Quello che c’è di bello a Martina lo dobbiamo esclusivamente alle generazioni che ci hanno preceduto. Immagini come sarà stata bella la valle d’itria vista, all’inizio del novecento, dalla Villa del carmine dove gli alberi consentivano di vedere la valle in cui c’erano solo trulli e case in pietra. Provi ad uscire, oggi, dall’arco di Via bellini e guardi cosa ci riserva l’architettura del terzo millennio opera di qualche suo collega: un palazzo che è un pugno nello stomaco. E pensare che i nostri concittadini vanno in un bar di un paese limitrofo che ha un affaccio sulla valle d’itria di 10 mt lineari per vedere la valle, senza sapere di avere nella nostra città una villa di migliaia di metri quadri che, riportata come era una volta, consentirebbe un panorama da far sfigurare quello che rincorriamo nei paesi limitrofi. Almeno finchè non piazzeranno anche lì una bella colata di cemento. Per gli inevitabili rapporti professionali che gli appartenenti alla sua categoria hanno con i costruttori, forse, potrebbero insorgere problemi di conflitti di interesse, presenti e futuri, affidando l’incarico di assessore all’urbanistica ad un professionista del settore.
Caro Gianni sappi che gli interessi ci sono sempre in qualsiasi categoria professionale e personale….ma se i titoli e la cultura non servono per essere assessore all’urbanistica o ai lavori pubblici mi dici a cosa serve studiare, specializzarsi?? E questo è il paese della cultura?
E poi stai parlando degli anni 50?
Forse i giovani professionisti del 2000 sono un pò diversi…e la tesi di questo giovane collega ne è la testimonianza…noi parliamo in termini di verde, sostenibilità, contestualità, valorizzazione e recupero del territorio e del paesaggio…ma nessuno ci ascolta, e se qualcuno lo fa, fa finta!
Non sto parlando degli anni 50 ma degli ultimi 50 anni. Infatti, il palazzo che ti segnalavo uscendo dall’arco di Via bellini, così come quello che sta dietro e che si vede meglio da Via Locorotondo, sono stati appena ultimati. Io mi auguro e ti auguro che i giovani professionisti del 2000 siano un pò diversi anche se il problema è che, essendoci poco lavoro, si finisce per subire le sirene dei poteri forti (nella fattispecie i palazzinari). Ti (anzi Vi) faccio i migliori auguri di una professione a testa alta. Voi architetti avete un impegno morale grandissimo: rispettare in misura maggiore (perchè dovreste amare il bello per professione) rispetto a noi vostri concittadini il patrimonio architettonico lasciatoci, a volte immeritatamente, dai nostri nonni e bisnonni.
Uau veramente bello questo progetto. Per me meglio senza stadio, lo stadio ci starebbe meglio al Pergolo.