Di seguito un comunicato diffuso dai rappresentanti di Martino Scialpi, il martinese che è in contenzioso con il Coni da trent’anni abbondanti per il mancato riconoscimento di un tredici al Totocalcio. Anche il titolo è stato diffuso dai rappresentanti di Scialpi, benché si tratti di procedura di pignoramento avviata e non ancora chiusa, ovvero i tre milioni di euro non sono tuttora nella disponibilità di Scialpi:
Trentuno processi definitivi con sentenza e 15 pendenti, di cui 13 penali e 2 civili: il suo nome non è Silvio Berlusconi, ma Martino Scialpi un normale cittadino, originario di Martina Franca, che attende da ben 31 anni di ricevere i proventi di una vincita al totocalcio, frutto di un 13 nell’ottobre del 1981.
Da allora ha visto solo carte bollate e giudici che hanno indagato su di lui e sulla sua vincita, dichiarata legittima con la sentenza del 10/02/1987 dal Tribunale di Taranto.
Solo lo scorso 10/02/2013 questa sentenza è stata considerata definitiva, poiché il Tribunale di Taranto, per competenza, ha espressamente dichiarato che alla sentenza del 10/02/1987 non c’è stata alcuna opposizione né ricorso dal Coni o da altri enti ministeriali. Pertanto, la sua giocata vincente dell’ottobre 1981 è valida s tutti gli effetti e, quindi, deve essere pagata.
A seguito di ciò ha richiesto, tramite il suo avvocato Guglielmo Boccia di Martina Franca, di prendere visione dei verbali della commissione di zona dell’epoca. Infatti, è questo l’organo, attraverso cui il Coni verifica le vincite e il Ministero dell’Economia e delle Finanze controlla la corretta attività delle scommesse, che avrebbe dovuto certificare la presenza della matrice e dello spoglio della schedina vincente appartenente al sig. Scialpi. Questi verbali, però, non sono mai stati esibiti dal Coni nel corso dei vari processi in cui ha trascinato il sig. Scialpi.
La richiesta di accesso agli atti è arrivata all’attenzione dello stesso Ministero e del Coni nei primi giorni di agosto 2013, come confermato dalle ricevute di ritorno delle raccomandate. Solo il Ministero ha però dato una risposta al sig. Scialpi, con una nota del 22 agosto 2013 in cui si dichiara che “la documentazione a cui si richiede di accedere non risulta essere agli atti dello scrivente”.
“Il Ministero, quindi,” commenta Martino Scialpi, “ha dichiarato di non avere i documenti attraverso cui garantire il controllo su un ente, qual è il Coni, che gestisce miliardi di euro degli italiani”.
Nessuna risposta, invece, è giunta dal Coni, interpellato sia alla sede centrale di Roma, che alla regionale di Bari:
“Ancora una volta il Coni si è dimostrato sordo alle richieste” ha dichiarato l’avvocato Guglielmo Boccia, “assumendo, con una certa presunzione ed arroganza, un atteggiamento di chiusura alle istanze, riconosciute legittime dai Tribunali, di un onesto cittadino dello Stato Italiano”.
Il Coni, secondo quanto stabilito dal Tribunale di Taranto, deve effettuare il pagamento. Non avendo proceduto nei mesi scorsi, l’avv. Boccia ha operato il procedimento di pignoramento ai danni del Coni, per un ammontare di circa 3 milioni di euro, su beni immobili e presso terzi riconducibili al Comitato Olimpionico Nazionale Italiano.
“I pignoramenti sono stati tutti notificati” conclude l’avv. Boccia, “e abbiamo potuto procedere a questa pesante azione solo perché il sig. Scialpi si è visto riconosciuta legittima la sua vincita in tutti i processi. È stato dimostrato, infatti, che non c’è stata nessuna truffa ai danni dello Stato da parte del sig. Scialpi e che la schedina in suo possesso è stata regolarmente giocata. Tutti i processi subiti, da quelli civili a quelli penali, hanno accertato che il sig. Scialpi è persona onesta, che onestamente ha giocato la schedina e che onestamente ha vinto. Senza alcuna truffa ai danni né del Coni né dello Stato. Adesso è ora di effettuare il pagamento di quella vincita”.