Posta centro storico: comitato

Di seguito nota stampa del costituendo comitato per l’ufficio postale centro storico Martina Franca:

Su iniziativa dei consiglieri comunali di Martina Franca, Pino Pulito e Piero Bello, si è tenuta un’affollata assemblea, ospitata nella sede del coordinamento cittadino del PdL, per discutere della questione sede dell’ufficio postale nel centro storico. Al dibattito, coordinato dall’avv. Mario Caroli, hanno preso parte numerose associazioni e cittadini che hanno manifestato la preoccupazione per la decisione di Poste Italiane di trasferire la sede di piazza Plebiscito.

Vi è l’unanime valutazione dell’assoluta necessità di mantenere nell’ambito della cinta muraria del centro storico l’attuale presidio, nella considerazione della significativa utenza interessata, e delle particolari esigenze della stessa, avuto riguardo anche per l’importante dato anagrafico dei fruitori. Ciò definito, i numerosi partecipanti all’incontro hanno convenuto sulla opportunità di evitare di dare connotazioni politiche di parte ad ogni eventuale iniziativa, proponendo la costituzione di un comitato aperto a tutti gli attori del territorio, associazioni, partiti, sindacati, cittadini. Un modo per coinvolgere tutte le forze disponibili e condurre una battaglia unitaria, evitando di colorarla politicamente.

In tal senso è ritenuta importante anche l’iniziativa da parte dell’amministrazione comunale, cui spetta il compito di recepire le istanze dei cittadini, e promuovere azioni concrete, a partire dalla individuazioni delle più opportune soluzioni, anche in riferimento alla logistica, (ad esempio viene suggerita come soluzione la ex sede della CISL in piazza Plebiscito) utili a determinare un nuovo orientamento da parte di Poste Italiane. In concreto si ritiene utile organizzare una raccolta firme, che avrà anche valore di censimento della utenza, distinta da altre analoghe iniziative condotte in modo isolato ed estemporaneo da singoli movimenti politici, che non hanno alcun mandato di rappresentanza da parte dei cittadini. Non si esclude, infine, extrema ratio, il ricorso a forme diverse di tutela quale l’avvio di una class action.