A chiederlo è il C.I.F. (Centro Italiano Femminile) di Martina Franca, che nella giornata internazionale contro i femminicidi rivolge un appello alle associazioni ed istituzioni del territorio
In occasione della giornata mondiale contro i femminicidi e la violenza di genere, il C.I.F. (Centro Italiano Femminile) di Martina Franca vuole contribuire al dibattito con una nota stampa in cui si invitano associazioni ed istituzioni a creare un circuito di collaborazione, comunicazione e formazione per permettere al rapporto uomo-donna di essere riconosciuto in una visione di reciprocità e parità. Ecco il documento diffuso dal C.I.F.
“Da più parti si afferma, con appassionata declamazione, che ormai la parità uomo-donna è un dato di fatto. E invece…le immagini di femminicidi vengono trasmesse dai mass media con allucinante frequenza e coinvolgono, in maniera raccapricciante, anche adolescenti e bambine. In tal modo lo scempio dell’anima, prima ancora di quello del corpo, soffoca speranze e sogni, costringe le giovani vite ad affrontare un percorso accidentale e doloroso.
Noi socie del Centro Italiano Femminile (C.I.F.), un’associazione di ispirazione cristiana impegnata per la formazione socio-culturale delle donne, non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad una realtà in cui molte sono coloro che vengono schiavizzate e mercificate. Rivolgiamo, pertanto, un appello alle istituzioni politiche e religiose, a tutte le associazioni femminili, maschili e alla comunità martinese perché anche a Martina ci sia maggiore attenzione tanto nei confronti delle vittime della violenza quanto nei riguardi di coloro che sono ritenuti diffusori di una mentalità dell’usa e getta, vale a dire dei clienti, i quali, con le loro richieste, alimentano un mercato indecoroso che è offesa alla dignità di ogni persona, indipendentemente dal sesso.
Uniamoci tutti, superando le nostre diversità, per creare un circuito di collaborazione e comunicazione onde rafforzare la nostra presenza attiva nella realtà locale. Gli ambiti di impegno sono tanti e ognuno ne può individuare qualcuno. Sicuramente, però, siamo tutti chiamati ad un lavoro di prevenzione attraverso campagne di informazione e formazione. Il nostro è semplicemente un invito affinché possiamo riconoscere una visione di reciprocità e parità del rapporto uomo-donna, attraverso uno specifico impegno culturale che veda insieme sinergicamente forze diverse, anche istituzionali”.