Una settimana di scambio studenti proficua per i due istituti agrari a indirizzo enologico, il Basile-Caramia di Locorotondo e il Cerletti di Conegliano. La presenza di convitti interni ha permesso di ridurre notevolmente le spese per i sei ragazzi coneglianesi che sono venuti a Locorotondo e per i sei che si sono trasferiti nella valle del Piave negli stessi giorni. Con un professore accompagnatore per ogni delegazione, oggi i ragazzi sono ritornati a casa arricchiti da questa esperienza. Per i futuri tecnici del settore enologico, infatti, questo è un momento importante: i ragazzi, tutti dell’ultimo anno, sono tra i più preparati e i più attenti a notare le differenze della coltivazione vinicola.
“Qui abbiamo avuto una accoglienza molto calorosa, sia dai ragazzi nelle classi e in convitto, sia nelle aziende che ci sono state fatte vedere come esempi di produzione vitivinicola” racconta uno dei ragazzi “ne siamo rimasti piacevolmente sorpresi”. Alessandro Zanetti, Alessio Piazza, Matteo Costacurta, Simone de Pizzol, Riccardo Cappelletto e Alberto Gazzola sono i ragazzi che, accompagnati da Massimiliano Potenza, hanno compiuto questa settimana di studio turistico-enologico. I sei infatti sono stati condotti a visitare sia i punti di interesse turistico – il Palazzo Ducale di Martina, il centro storico di Locorotondo, i trulli di Alberobello, le grotte di Castellana – ma anche masserie e cantine. Su queste ultime una serie di sorprese: “qui c’è una grande frammentazione del territorio e delle proprietà, per cui aziende con due o tre ettari di vigneti sono considerate medio-grandi, mentre da noi sono piccole” ha detto uno dei ragazzi, ricordando come la specialità del loro istituto, oltre al prosecco, sia il “Marconi 6.0.15”, un vino selezionato decenni fa dal professor Marconi che ha preso quel nome dal numero di campo e di filare, individuato per la sua alta qualità, e tuttora vanto della produzione del Cerletti.
Tra gli studenti veneti anche il rappresentante d’istituto, che ha riconosciuto come a volte la frammentazione dei vitigni e della produzione consenta il mantenimento di varietà e qualità particolari che sono spesso perse con una produzione più massificata. Discorsi insomma di qualità e quantità, con suggerimenti anche ai rispettivi dirigenti scolastici: “questo scambio ci è utilissimo, ma sarebbe stato forse più utile avere un periodo di due settimane per osservare meglio alcune realtà” ha detto uno dei ragazzi. Allo stesso modo “uno scambio del genere sarebbe molto utile in un periodo come quello della vendemmia, o nella fermentazione del mosto, quando ci sono i momenti più attivi della vita lavorativa di una cantina: adesso forse c’è più quiete e si riescono a fare più visite e di maggior tempo, ma non è facile avere una percezione di come si organizzino alcuni momenti essenziali della produzione vinicola”.
I ragazzi locorotondesi hanno seguito un programma simile di visite in città e aziende, con particolare attenzione a una realtà, quella del prosecco, che è un vanto dell’istituto trevigiano: nella produzione vinicola entrambe le realtà, a sud e nord della penisola, hanno dei punti in comune, come la coltivazione di uva bianca da vino e la produzione con cantine proprie, ma anche delle differenze interessanti che non hanno mancato di arricchire gli uni e gli altri studenti.
Daniele Milazzo