Per il consigliere regionale “il discredito all’immagine delle aziende produttrici di olio extravergine italiane colpisce quelle pugliesi, che realizzano quasi la metà del prodotto nazionale”
Continua a tenere banco, in regione, la vicenda delle vignette pubblicate nei giorni scorsi dal New York Times, in cui si accusavano i produttori italiani di “miscelare” l’olio con olio di soia o altro olio a basso costo, spacciandolo per olio extravergine di oliva. Dopo le risposte del Presidente della Coldiretti Puglia Gianni Cantele e dell’assessore regionale Nardoni, oggi arriva l’iniziativa del consigliere regionale di Forza Italia, Vice-Presidente del Consiglio Regionale, che ha rivolto una interrogazione a risposta scritta al Presidente della Regione ed all’Assessore alle Politiche Agro-Alimentari nella cui premessa ha evidenziato che “in questi giorni su tutti i quotidiani è stata data notizia di un intollerabile attacco, da parte del giornale americano New York Times, al comparto della produzione italiana dell’olio extravergine di oliva, sostenendo, tra l’altro, che gran parte dei nostri oli extravergine sono miscelati con “olio di soia e altri oli a basso costo” e che sono poi “etichettati come olio di oliva”.
A tal riguardo l’interrogante considera che: “certamente, il giornale americano ha evidenziato una realtà – quella dell’olio distribuito come italiano senza essere fatto con olive prodotte in Italia — cosa sistematicamente denunciata dai Consorzi di tutela degli oli extravergine DOP ed IGP e dalle Associazioni agricole. in Italia si è cercato di dare una risposta limpida a questo problema , con la legge sull’etichettatura approvata dal Parlamento italiano, ma che trova ostacoli dal Parlamento europeo”.
Marmo pertanto osserva che “il discredito all’immagine delle aziende produttrici di olio extravergine italiane colpisce anche, ed in maniera particolare, quelle pugliesi considerando che la Puglia è la prima produttrice realizzando quasi la metà del prodotto nazionale. La Regione Toscana, attraverso il suo Presidente ha subito reagito a queste infamanti accuse da parte del quotidiano americano invitando, perfino, l’autore dell’articolo a visitare i luoghi di produzione toscani per rendersi conto, di persona, quale è il percorso produttivo e di imbottigliamento dell’olio di quella regione. Anche il Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva toscano IGP, ha acquistato una intera pagina del quotidiano “Corriere della Sera”, attraverso il quale, proprio facendo riferimento alle accuse mosse dal New York Times, evidenzia che, attraverso un codice identificativo posto sul collo di ogni bottiglia di olio, è possibile conoscere l’intera filiera di un prodotto “autentico frutto della terra toscana al 100%” (Sic!.) Pure la Fiera Agricola di Foggia, ha ritenuto di intervenire sull’argomento, preannunciando, a tutela del prodotto di cui la nostra regione è la prima produttrice in Italia, cioè l’olio, l’extravergine, l’organizzazione per la fine del prossimo mese di aprile “Gli stati generali dell’olio”.
Il Vice-Presidente del Consiglio Regionale chiede quindi di “sapere quali iniziative sono state prese dalla Regione Puglia a tutela dell’immagine della nostra produzione che nella quasi totalità dei casi garantisce la massima qualità; ricordando all’Assessore che in casi come questi non si può rimanere in attesa di una buona idea per affrontare la questione, ma si deve scendere in campo e portare in prima persona la bandiera, a favore dei produttori pugliesi ma anche delle altre regioni nella sua veste di coordinatore di tutti gli assessori al ramo in Conferenza Stato regioni.”