Il nostro è un notiziario locale ma abbiamo dato in queste settimane ampio spazio alle questioni nazionali e quelle internazionali. E continueremo a farlo. Per il semplice motivo che siamo cittadini di questa Italia che ancora non ha un governo, siamo contemporanei di questo papa che lava i piedi agli ultimi e glieli bacia, siamo in questo angolino del meridione italiano che non è certo estraneo a ciò che gli accade, vicino o lontano, e ne subisce le conseguenze.

Fatta questa premessa, parliamo di pubblicità e di paparazzi: per l’uno e per l’altro sistema, l’irraggiungibile è il papa. Cosa darebbero per avere una immagine del pontefice nel suo privato, cosa darebbe la pubblicità per un intervento, magari solo ai fini umanitari, del papa.

Io invece da alcuni mesi ho una curiosità diversa: quanto vorrei spiare il presidente della Repubblica, ma mica sempre. No, solo quando nella sua camera da letto, con la moglie accanto, le racconta la fine della giornata lavorativa. So di dire una cosa irriverente, sconveniente, non adeguata al ruolo del capo dello Stato e della persona di cui parlo, ma secondo me deve essere uno spettacolo incredibile, lo sfogo di Napolitano a fine giornata. Uno che è arrivato a 86 anni e, avendo a che fare con gente pazzesca, spessissimo incapace oltre che presuntuosa, deve fare lui altrimenti questo nostro Paese si frantuma.

Mi immagino quel vecchio napoletano, e uso questa parola con l’affetto che si prova per gli anziani, togliersi le scarpe, e parlare con la moglie e dire… (chissà se non sia una sequenza di bip) e che non ce la fa più. Che è esausto e che ogni giorno è peggio di quello precedente, e dire ma questi che vogliono da me, e dire chi ca… me l’avrebbe mai detto sette anni fa che gli ultimi giorni del settennato dovevano essere questo casino. E magari sbattere quel suo cappello nero sul tavolo, gridare BASTAAAAAA mi hanno rotto…

E il bello è che adesso gli toccherà anche ridare la bussola al Paese che, tanto per cambiare, l’ha persa. E così la bussola è direttamente lui, ora. Che, certo, non ce la farà più (c’è un illustre precedente scoperto in questi giorni: il 16 giugno 1985 il presidente Pertini, che tutti avrebbero voluto confermare, scrisse alla moglie una lettera in cui diceva che un nuovo settennato per lui era impossibile dopo sette anni di tale fatica. Chiuse quella lettera con un dolcissimo “ti bacio. Sandricco”), chi non lo capisce Napolitano? Magari vorrebbe fare il nonno ai giardinetti. Ma per l’Italia dell’innovazione, del nuovo sistema, del cambiamento, se non ci fosse lui, un uomo di 86 anni, sarebbe il baratro. E sinceramente, se si facesse anche i prossimi sette anni, io mi sentirei più tranquillo, per il nulla che vale il mio parere.

Agostino Quero

 

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