Il presidente del WWF Taranto, Fabio Millarte, parla di ennesima beffa per il territorio jonico in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal sub Commissario Ronchi dell’Ilva nel corso dell’audizione in Commissione Ambiente, alla presenza di Senatori e Deputati. Le sue dichiarazioni sono state diffuse stamani da Peacelink, in riferimento all’imminente incontro sul decreto Terra dei Fuochi e Ilva. “La dirigenza dell’Ilva dichiara che il benzene a Taranto ha un andamento altalenante, che si confonde con l’inquinamento delle macchine – riporta Millarte, aggiungendo che il sub commissario “ritiene non possibile individuare il responsabile di questa alta concentrazione, e che probabilmente dipende dal traffico, visto che la domenica circolano poche macchine, ed il benzene diminuisce”. Secondo quanto avrebbe affermato Ronchi, infatti, da informazioni reperite in rete risulterebbe che “il benzene da cokeria è ben riconoscibile: le sue concentrazioni sono linearmente correlate a quelle del toluene, in un rapporto 1 a 1. Nelle emissioni auto veicolari il toluene è a concentrazioni da 3 a 4 volte superiore”. Dopo questa affermazione il presidente del WWF jonico chiede al sub Commissario, “da chi è consigliato per la gestione tecnico scientifica di un simile progetto? I suoi consulenti scientifici sui temi di Chimica Ambientale chi sono? Che referenze hanno? I tre esperti del Ministero hanno reali competenze per gestire un problema assai complesso, fin ora sempre molto orientato al processo produttivo e poco verso una reale salvaguardia della salute?” E ancora: “quanto coke sta producendo attualmente l’acciaieria? Le centraline per il benzene, quante ore sono state sottovento alle cokerie? Questi metodi di ricerca degli inquinanti sono noti all’Arpa Puglia, ci chiediamo, quindi, esistono rapporti scientifici reciproci tra la dirigenza Ilva e l’agenzia per l’ambiente pugliese?”. Tutta una serie di domande che vengono “rigirate” alla vigilia dell’ennesimo incontro a Roma per le osservazioni all’ultimo decreto Terra dei Fuochi, durante durante il quale l’associazione ambientalista, in accordo con Peacelink, chiederà “di spendere meglio i soldi sequestrati a Riva per riconvertire gli impianti e lanciare un progetto di ampio respiro, e riprogrammare l’azienda con un ciclo produttivo veramente innovativo. Perseguire la realizzazione delle norme Aia non costerà di più che chiudere l’area a caldo?” Secondo Millarte, poi, “a queste posizioni del sub Commissario, pochi hanno detto una parola, dei politici locali nessuno. Probabilmente non hanno le competenze ed il tempo per controbattere alle dichiarazioni dell’ex Ministro”.

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